Numero speciale di "Impact Factor News” n° 3 - Giugno 2024
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Alectinib: nuovo standard di terapia adiuvante nel NSCLC ALK-traslocato
Lo studio ALINA ha randomizzato 257 pazienti operati per adenocarcinoma polmonare ALK-traslocato dallo stadio IB al IIIA a ricevere alectinib 600 mg/bis in die (BID) per 2 anni versus chemioterapia adiuvante a base di platino (standard terapeutico attuale). Endpoint primario: disease-free survival (DFS) stadi II–IIIA.
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Repotrectinib: una ulteriore alternativa terapeutica nei pazienti con carcinoma polmonare in fase avanzata e fusione di ROS1
L’algoritmo terapeutico dei pazienti con non-small cell lung cancer (NSCLC) e fusione di ROS1 prevede attualmente in prima linea l’utilizzo di crizotinib (inibitore delle tirosin-chinasi -TKI- ALK e ROS1) ed entrectinib (TKI di NTRK e ROS1). Repotrectinib è un TKI di nuova generazione attivo contro la fusione di ROS1. Lo studio registrativo di fase 1-2 TRIDENT-1 ha arruolato 520 pazienti con diagnosi di NSCLC avanzato e fusione di ROS1 a ricevere repotrectinib 160 mg/die per 14 giorni, seguito da 160 mg/bis in die (BID) per 14 giorni. I pazienti inclusi, suddivisi per coorte, potevano essere naïve o pretrattati per la malattia metastatica. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Durvalumab in associazione alla chemioterapia perioperatoria nel NSCLC resecabile
Lo studio di fase 3 AEGEAN ha randomizzato 802 pazienti con non-small cell lung cancer (NSCLC) resecabile (stadio II-IIIB) a ricevere chemioterapia (CT) -platinum-based- ± durvalumab q21 per 3 cicli, seguito dalla fase adiuvante durvalumab/placebo q28 per 12 cicli. Endpoint primario: Event-free survival (EFS).
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Amivantamab + chemioterapia in seconda linea nel NSCLC EGFR-mutato
Amivantamab è un anticorpo monoclonale bispecifico già disponibile in Italia in monoterapia nei pazienti con non-small cell lung cancer (NSCLC) avanzato con inserzione sull’esone 20 del gene EGFR dopo fallimento della chemioterapia (CT) a base di platino. Lazertinib è un inibitore delle tirosin-chinasi (TKI) di terza generazione attivo contro le mutazioni attivanti di EGFR e la mutazione di resistenza T790M. Il trial di fase 3 MARIPOSA-2 ha randomizzato 657 pazienti con NSCLC avanzato e mutazione di EGFR (delezione dell’esone 19 o L858R) in progressione a osimertinib a ricevere amivantamab + lazertinib + CT vs CT vs amivantamab + CT (2:2:1). Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Ribociclib: ulteriore opzione terapeutica nel setting adiuvante del carcinoma mammario ormono-sensibile
Ribociclib è un inibitore delle cicline CDK4/6 (CDK4/6i) che ha già dimostrato la sua efficacia nelle pazienti con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico. Lo studio di fase 3 NATALEE ha arruolato 5101 pazienti operate per neoplasia mammaria positiva ai recettori ormonali (HR), HER2- negativa, in stadio II o III, a ricevere l’inibitore dell’aromatasi non steroideo (NSAI) (letrozolo 2,5 mg/die o anastrozolo 1 mg/die) ± ribociclib 400 mg/die per 3 anni. Endpoint primario: invasive disease-free survival (iDFS).
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Omissione della dissezione dei linfonodi ascellari nelle pazienti con neoplasia mammaria e linfonodo sentinella positivo
La biopsia del linfonodo sentinella (LS) rappresenta lo standard per la stadiazione delle pazienti con carcinoma mammario in stadio I-II, con successiva indicazione a eseguire la dissezione ascellare (DLA) in caso di esito positivo del LS. Lo studio di fase 3 di non inferiorità SENOMAC ha randomizzato 2766 pazienti con neoplasia mammaria cT1–T3 cN0 con biopsia LS-positiva (macro-metastasi >2mm in 1 o 2 linfonodi) a eseguire la DLA rispetto alla sola biopsia, seguita dai trattamenti adiuvanti previsti dalle linee guida internazionali. Endpoint primario: overall survival (OS).
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Mirvetuximab soravtansine: nuova opzione terapeutica nelle pazienti con neoplasia ovarica avanzata platino-resistenti con alta espressione di FRα
Mirvetuximab soravtansine-gynx (MIRV) è un antibody-drug conjugate (ADC) che ha come target molecolare il recettore α dei folati (FRα), espresso nel 30% delle neoplasie ovariche in fase avanzata. Il trial di fase 3 MIRASOL ha randomizzato 453 pazienti con neoplasia ovarica platino-resistente con alta espressione di FRα a ricevere MIRV (6mg/kg q21) vs chemioterapia (CT) (paclitaxel, topotecan o doxorubicina). Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Trabectedina in monoterapia nelle pazienti con carcinoma ovarico BRCA-mutato: un’occasione mancata per un setting proibitivo
Alla luce dell’effetto della trabectedina sui meccanismi di riparazione del DNA tumorale, negli ultimi anni si sono accumulate sempre più evidenze sul suo possibile ruolo nel controllo della malattia in tumori BRCA 1/2-mutati o con fenotipo BRCAness. Lo studio di fase 3 MITO-23 ha confrontato la trabectedina con il trattamento scelto dal clinico (i.e. carboplatino, gemcitabina, paclitaxel settimanale, doxorubicina liposomiale pegilata o topotecan) in pazienti con BRCA 1/2-mutati o fenotipo BRCAness, indipendentemente dalla platino-sensibilità o resistenza. Endpoint primario: overall survival (OS).
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La chemioimmunoterapia entra nel setting neoadiuvante del carcinoma della cervice uterina
Sono state trattate 85 pazienti con diagnosi di carcinoma della cervice in stadio ≥IB3 con un ciclo di chemioterapia (CT) (cisplatino 75 mg/m2 e Nab-paclitaxel 260 mg/m2) seguito da 2 cicli di CT (cisplatino 75 mg/m2 d1q21) in associazione a un inibitore del checkpoint anti-PD-1 (camrelizumab). In caso di progressione, le pazienti venivano inviate a CT e radioterapia (RT) concomitante, mentre in caso di risposta parziale o completa si inviavano in chirurgia. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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L’inibizione di FGFR3 con pemigatinib: risultati dallo studio di fase 2 FIGHT-201 nei tumori uroteliali avanzati
Lo studio di fase 2 FIGHT-201 ha valutato il ruolo di pemigatinib in due differenti coorti di pazienti con carcinomi uroteliali avanzati: nella coorte A sono stati inclusi tumori con mutazioni o fusioni di FGFR3 trattati in maniera continua (n=101; A-CD) o intermittente (n=103; A-ID), nella coorte B tumori con amplificazioni del recettore o altre varianti. Endpoint primario: objective response rate (ORR) nella coorte A-CD (>35%).
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Sacituzumab govitecan e pembrolizumab: nuovi dati a supporto della combinazione nel tumore uroteliale metastatico
Trop-2 è una glicoproteina di membrana coinvolta in diverse funzioni cellulari, tra cui la proliferazione e l’adesione. La sua espressione risulta aberrante in molte forme tumorali, come il carcinoma uroteliale metastatico (mUC), dove rappresenta un target per l’antibody-drug conjugate (ADC) sacituzumab govitecan (SG). Il farmaco ha già ottenuto l’approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) nel mUC progredito a trattamenti con platino-derivati e immunoterapia con inibitori del checkpoint (ICI) sulla base dei risultati della coorte 1 dello studio di fase 2, open-label TROPHY-U-01. A gennaio 2024 sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Oncology i risultati della coorte 3, che ha arruolato pazienti progrediti a chemioterapia a base di platino e ICI-naïve a ricevere SG in associazione a pembrolizumab. Endpoint primario: objective response rate (ORR).
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Analisi del cell-free DNA su sangue periferico come screening per il carcinoma del colon-retto: siamo davvero pronti per questo tipo di test?
Lo studio ECLIPSE confronta le performance della colonscopia e della biopsia liquida su sangue periferico analizzando il cell-free DNA (cfDNA) raccolto prima dell’endoscopia. In totale sono stati arruolati 22.877 pazienti, dei quali 7861 rispondevano a tutti i criteri di inclusione e avevano un campione di sangue periferico idoneo all’analisi del cfDNA (Guardant Health). Co-primary endpoints: sensibilità e specificità del cfDNA nell’individuare lesioni cancerose rispetto agli standard di approvazione dei test di screening della Food and Drug Administration (FDA).
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Il ruolo dell’oxaliplatino nel trattamento adiuvante di pazienti anziani con tumore del colon-retto
Su 12 studi presenti nei database ACCENT e IDEA sono stati analizzati i dati di 17.909 pazienti, dei quali il 75,8% aveva un’età <70 anni al momento del trattamento adiuvante, il 24,2% un’età >70 anni e solo l’8,1% un’età >75 anni. Obiettivi dello studio: valutare l’impatto dell’età sugli outcomes clinici (time to recurrence, TTR; disease-free survival, DFS; overall survival, OS; cancer-specific survival, CSS).
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Diclofenac topico e sindrome mano-piede indotta da capecitabina: un vecchio antiinfiammatorio per la prevenzione di una tossicità limitante la qualità di vita dei nostri pazienti
Lo studio randomizzato, in doppio cieco, D-TORCH ha valutato l’efficacia di diclofenac ad azione topica (1 grammo bis in die, BID) nel prevenire la sindrome mano-piede (HFS) nei pazienti candidati a ricevere capecitabina per tumori della mammella o del tratto gastroenterico in fase precoce o avanzata. Endpoint primario: incidenza di HFS G2-3 secondo i Common Terminology Criteria for Adverse Events (CTCAE) a 12 settimane dall’inizio del trattamento.