Su 12 studi presenti nei database ACCENT e IDEA sono stati analizzati i dati di 17.909 pazienti, dei quali il 75,8% aveva un’età <70 anni al momento del trattamento adiuvante, il 24,2% un’età >70 anni e solo l’8,1% un’età >75 anni. Obiettivi dello studio: valutare l’impatto dell’età sugli outcomes clinici (time to recurrence, TTR; disease-free survival, DFS; overall survival, OS; cancer-specific survival, CSS).
Pazienti di età ≥70 anni hanno avuto tassi più elevati di interruzione precoce del trattamento. Gli eventi avversi di grado ≥3 sono stati simili tra gli anziani e i giovani, con l’eccezione di diarrea (14,2 vs 11,2%; p=0,01) e neutropenia (12,1 vs 9,6%; p=0,04), più frequenti negli anziani trattati con capecitabina e oxaliplatino (CAPOX). Nell'analisi multivariata, il TTR non è risultato significativamente diverso tra i pazienti <70 anni e quelli ≥70 anni e, come atteso, la DFS, l’OS, la survival after recurrence (SAR) e la CSS erano significativamente più brevi nei pazienti ≥70 anni. Nei pazienti ≥70 anni sufficientemente fit per essere arruolati in trial clinici, la chemioterapia adiuvante a base di oxaliplatino ha un'efficacia simile a quella nei pazienti più giovani.