Brigatinib è un inibitore di nuova generazione con ampio spettro di azione su mutazioni ALK e ROS1. Questa molecola ha già dimostrato efficacia nei pazienti in progressione a crizotinib (ALTA trial).
Nel trial ALTA-1L, 257 pazienti affetti da NSCLC ALK-traslocato metastatico o localmente avanzato, sono stati randomizzati a ricevere brigatinib verso crizotinib in prima linea di terapia. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
Brigatinib è risultato superiore a crizotinib in tutti gli endpoint in questo setting di pazienti, andando quindi a competere con gli altri ALK inibitori di nuova generazione, quali alectinib (trial ALEX e J-ALEX) e ceritinib (trial ASCEND-4) che hanno dimostrato essere superiori a crizotinib in prima linea.
Dal punto di vista della tossicità, gli eventi avversi che si sono presentati più frequentemente nel braccio di brigatinib rispetto a crizotinib sono aumento della creatinchinasi, tosse, ipertensione arteriosa. Più frequenti nel braccio con crizotinib sono stati nausea, diarrea, stipsi ed edemi periferici e vomito.
Molto rilevante è il tasso di risposte cerebrali, quasi triplicato con brigatinib, che va a colmare uno dei limiti di crizotinib.