Cabozantinib è un inibitore di MET, AXL e VEGFR2 che ha già dimostrato superiorità in seconda linea nel carcinoma renale metastatico (mRCC) rispetto a everolimus. Il trial di fase III CABOSUN ha randomizzato 157 pazienti affetti da mRCC intermediate o poor-risk, a ricevere cabozantinib (60 mg/die) verso sunitinib in prima linea.
Endpoint primario progression-free survival (PFS).

Si tratta della prima volta che un agente si dimostra superiore a sunitinib in prima linea di trattamento. La terapia con cabozantinib è stata caratterizzata da 67% di tossicità G3-4, paragonabile a quelli con sunitinib (68%). In particolare si è verificato il 28% di ipertensione (22% con sunitinib), 10% di diarrea (11% con sunitinib), 8% di hand-foot syndrome (HFS) (4% con sunitinib).
Si sono verificate 3 morti tossiche correlate al farmaco in entrambi i bracci che impattano negativamente sul beneficio clinico del farmaco e che, insieme al profilo di tossicità, ne limitano l’utilizzo a pazienti realmente fit. Lo scenario di prima linea nel mRCC prevederebbe 3 possibili alternative: sunitinib, pazopanib e cabozantinib, il che implementa ulteriormente i criteri di scelta sulla base dei fattori prognostici e delle caratteristiche dei pazienti.