I pazienti con neoplasia presentano un rischio aumentato di eventi tromboembolici venosi che impattano sull’outcome oncologico. Il trial AVERT ha randomizzato 563 pazienti oncologici con rischio embolico medio-alto (Khorana score >2) a ricevere, durante il trattamento chemioterapico, apixaban (2,5 mg 2 volte/die) verso placebo. Endpoint primario: eventi tromboembolici venosi e sanguinamenti maggiori in 6 mesi di follow-up.
L’utilizzo di apixaban in profilassi è in grado di ridurre significativamente il rischio di eventi tromboembolici venosi (6% assoluto in meno nell’ITT) con un particolare impatto nella riduzione delle tromboembolie polmonari (TEP). Per contro il rischio di sanguinamento maggiore è raddoppiato (3,5 vs 1,8%) prevalentemente nei pazienti con neoplasie gastroenteriche e ginecologiche che risultavano essere il 50% dei casi arruolati. Tuttavia le emorragie clinicamente rilevanti (G3-G4) sono risultate essere solo il 20% dei casi di sanguinamento e hanno avuto un’incidenza simile nei due bracci.