Pembrolizumab si è già dimostrato efficace nel carcinoma della cervice uterina PD-L1 positivo in progressione a chemioterapia. Il trial KEYNOTE-826 ha arruolato 617 pazienti con carcinoma della cervice uterina persistente, recidivato localmente e/o metastatico e le ha randomizzate a ricevere chemioterapia a base di platino e taxolo + pembolizumab verso chemioterapia a base di platino e taxolo. L’utilizzo di bevacizumab era a discrezione dello sperimentatore.
Endpoint primari: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS) testate gerarchicamente per PD-L1 ≥1%, intention-to treat (ITT) population e PD-L1 ≥10%.

Il beneficio dell’aggiunta di pembrolizumab al backbone di chemioterapia (± bevacizumab) è dimostrato in PFS e OS indipendentemente dal livello di espressione di PD-L1, con un vantaggio in median PFS di circa 2 mesi e un absolute increase in OS a 2 anni del 10% circa.