Questo trial di fase III ha randomizzato 582 pazienti con NSCLC non-squamoso IIIB o IV in progressione dopo la prima linea a base di platino, a ricevere nivolumab (3 mg/kg ev q 14) o docetaxel (75 mg/m2 q 21). Endpoint primario: overall survival.
Nivolumab si dimostra più efficace rispetto alla chemioterapia, confermando l’importanza e la rivoluzione che questo agente immunoterapico sta portando nel mondo dell’oncologia negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi. Come riscontrato in altri studi il beneficio a lungo termine di nivolumab è notevole in quanto l’analisi a 18 mesi ha mostrato un tasso di sopravvivenza del 39% per nivolumab vs 23% per docetaxel. Il profilo di tossicità è nettamente a favore di nivolumab: la frequenza di eventi avversi di grado 3-4 è stata del 10% nel braccio sperimentale vs 54% del braccio di controllo. Il dato secondo cui la PFS è inferiore per nivolumab non sorprende e conferma ulteriormente la difficoltà che abbiamo nel valutare la RR dei farmaci di questa classe: ulteriore dimostrazione sono stati i 16 dei 71 pazienti (il 23%) che, avendo proseguito il trattamento con nivolumab dopo un’iniziale progressione, hanno manifestato una risposta non convenzionale.