Numero speciale di "Impact Factor News” n° 4 - Dicembre 2015
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L’associazione di docetaxel e blocco androgenico totale up-front migliora la sopravvivenza del carcinoma prostatico metastatico
Questo trial di fase III ha randomizzato 790 pazienti con carcinoma prostatico in stadio IV ormonosensibile a ricevere in prima linea docetaxel (75 mg/m2 q 21 per 6 cicli) in associazione a blocco androgenico totale (ADT) vs il solo ADT. Endpoint primario overall survival (OS).
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TAS-102, un’altra fluoropirimidina attiva nel carcinoma colo-rettale metastatico dopo fallimento delle terapie convenzionali
Il farmaco TAS-102 consiste nell'associazione di trifluridina, molecola citotossica che viene incorporata nel DNA e di tipiracil, inibitore della timidilato fosforilasi, che ne previene la degradazione aumentandone la biodisponibilità. Il trial RECOURSE ha randomizzato 800 pazienti affetti da carcinoma colo-rettale in stadio IV, refrattario a tutti i trattamenti chemioterapici e biologici convenzionali, a ricevere TAS-102 (35 mg/m2 bid per os, 5 days ON/ 2 days OFF, 2 wks ON/2 wks OFF q 28) o placebo. Endpoint primario: overall survival.
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Ramucirumab in associazione a FOLFIRI è una nuova alternativa nel trattamento del carcinoma colo-rettale metastatico in seconda linea
Ramucirumab è un anticorpo umanizzato IgG1 che inibisce la neoangiogenesi tumorale legandosi al dominio extracellulare di VEGFR-2. Il trial RAISE ha randomizzato in doppio cieco 1072 pazienti, affetti da carcinoma colo-rettale metastatico in progressione dopo la prima linea di terapia con FU, oxaliplatino e bevacizumab, a ricevere FOLFIRI ± ramucirumab (8 mg/kg ev q 14) in seconda linea. Endpoint primario overall survival.
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La chemioradioterapia neoadiuvante nel carcinoma esofageo è superiore alla sola chirurgia
Lo studio olandese CROSS ha coinvolto 366 pazienti affetti da carcinoma esofageo o della giunzione gastro-esofagea clinicamente resecabili (T1N1M0 o T2–3N0–1M0). La randomizzazione prevedeva CTRT (carboplatino ev [AUC 2 mg/mL per min] e paclitaxel ev [50 mg/m2] per 23 gg con radioterapia concomitante (41.4 Gy in 23 frazioni) seguita dalla chirurgia oppure sola chirurgia. Riportiamo l’aggiornamento dei dati a più di cinque anni di follow-up. L’endpoint primario era la overall survival.
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Palbociclib rivoluziona il trattamento del carcinoma mammario metastatico ormono-sensibile non più responsivo alla terapia ormonale
Il passaggio dalla fase G1 alla fase S del ciclo cellulare è mediato da due cicline: CDK4 e CDK6. Palbociclib è una piccola molecola in grado di inibire selettivamente l’attività di CDK4 e CDK6 bloccando così il ciclo cellulare neoplastico. Il trial PALOMA-3 ha randomizzato 521 pazienti affette da carcinoma mammario metastatico o localmente avanzato non resecabile ER+, PGR+, HER2-, ricaduto o in progressione dopo ormonoterapia, a ricevere palbociclib (125 mg/die per os, 3 wks ON e 1 wk OFF) e fulvestrant (500 mg im q 28) verso placebo e fulvestrant. Le pazienti in periodo premenopausale o perimenopausale erano trattate anche con LHRH analogo. Endpoint primario: progression-free survival.
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Nivolumab è superiore a docetaxel nel trattamento di seconda linea del carcinoma NSCLC non-squamoso del polmone
Questo trial di fase III ha randomizzato 582 pazienti con NSCLC non-squamoso IIIB o IV in progressione dopo la prima linea a base di platino, a ricevere nivolumab (3 mg/kg ev q 14) o docetaxel (75 mg/m2 q 21). Endpoint primario: overall survival.
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Nivolumab è superiore a docetaxel nel trattamento di seconda linea del carcinoma squamoso del polmone IIIb/IV
Questo trial di fase III ha randomizzato 272 pazienti con carcinoma squamoso del polmone in stadio IIIB o IV in progressione di malattia dopo la prima linea a base di platino, a ricevere nivolumab (3 mg/kg ev q 14) o docetaxel (75 mg/m2 q 21). Endpoint primario: overall survival.
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Ipilimumab adiuvante nel melanoma cutaneo in stadio III
L’efficacia di ipilimumab nel melanoma metastatico è indiscussa. Questo trial di fase III ha randomizzato 951 pazienti con melanoma cutaneo in stadio III resecato a ricevere ipilimumab (10 mg/kg q21 per 4 volte e poi q 3 mesi) verso placebo per 3 anni di trattamento complessivo. Endpoint primario: recurrence-free survival (RFS).
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Nivolumab più ipilimumab è superiore alla monoterapia nel trattamento del melanoma metastatico in prima linea
Nivolumab e ipilumumab attivano la risposta immunitaria agendo con meccanismi differenti ma potenzialmente complementari e sinergici: il primo blocca il check-point inibitorio PD-1 (programmed death-1) e il secondo inibisce il CTLA-4 sulla superficie linfocitaria.
Il trial CheckMate-067 ha randomizzato in 3 bracci, con rapporto 1:1:1, 945 pazienti con melanoma metastatico o non resecabile a ricevere nivolumab verso ipilimumab verso nivolumab + ipilimumab. Endpoints primari: OS e PFS. -
Pembrolizumab è superiore a ipilimumab nel trattamento del melanoma metastatico
Il trial KEYNOTE-006 ha randomizzato 834 pazienti con melanoma metastatico già trattati con una linea di terapia a ricevere pembrolizumab q 14 o pembrolizumab q 21 o ipilimumab q 21. Endpoints primari: OS e PFS.
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Pembrolizumab nelle neoplasie gastrointestinali avanzate: in generale nessuna efficacia, ma “miracoli” negli MSI
Questo studio di fase II ha arruolato 41 pazienti affetti da cancro metastatico refrattario ai trattamenti a ricevere pembrolizumab, inibitore di PD1 (10mg/kg ev ogni due settimane). I pazienti sono stati suddivisi in 3 diverse coorti: nella coorte A sono stati inseriti 11 pazienti affetti da adenocarcinoma del colon-retto MSI, nella B 21 soggetti con adenocarcinoma del colon-retto MSS e nella coorte C 9 pazienti affetti da altri tipi di tumori MSI.
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Nivolumab è superiore a everolimus nel carcinoma renale dopo la prima linea di terapia
Il trial CheckMate-025 ha randomizzato 821 pazienti affetti da carcinoma renale a cellule chiare avanzato o metastatico, in progressione di malattia dopo una o due linee di terapia con anti-VEGFR, a ricevere nivolumab (3 mg/kg ev q 14) o everolimus (10 mg/die per os). Endpoint primario: OS.
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Cabozantinib: un’ulteriore opportunità terapeutica nel carcinoma renale dopo la prima linea di terapia
Cabozantinib è un inibitore delle tirosin-chinasi VEGFR, MET e AXL. L’iperespressione di queste ultime due è associata a una prognosi peggiore e allo sviluppo della resistenza agli anti-VEGFR nel carcinoma renale.
Nello studio METEOR sono stati arruolati 658 pazienti affetti da carcinoma renale a cellule chiare avanzato o metastatico, in progressione dopo almeno una linea di terapia con anti-VEGFR. Sono stati dunque randomizzati con rapporto 1:1 a ricevere cabozantinib (60 mg/die per os) o everolimus (10 mg/die). Endpoint primario: PFS. -
Necitumumab, un altro anti-EGFR “incrementalista” in prima linea per il NSCLC squamoso IV stadio
Necitumumab è un anticorpo anti-EGFR di seconda generazione: 1093 pazienti affetti da carcinoma squamoso del polmone stadio IV, non pretrattati, sono stati randomizzati a ricevere gemcitabina e cisplatino ± necitumumab (800 mg d1 e 8 e mantenuto dopo il termine della CT fino a progressione). Endpoint primario: OS.