Il trattamento radiante è una alternativa nei pazienti sottoposti a prostatectomia con recidiva biochimica di malattia. Questo trial di fase III ha randomizzato 760 pazienti, già sottoposti a prostatectomia per carcinoma T2N0 con margini positivi o T3N0 e con recidiva biochimica di malattia (PSA fra 0,2 e 4 ng/mL), a ricevere radioterapia + bicalutamide 150 mg/die per 24 mesi verso sola radioterapia.
Endpoint primario overall survival (OS).

Il trial ha dimostrato come l’associazione di bicalutamide alla radioterapia nei pazienti con recidiva biochimica di malattia migliori in modo significativo e clinicamente rilevante la sopravvivenza globale (5% delta a 12 anni), la sopravvivenza specifica per carcinoma prostatico (7,6% delta a 12 anni). Il profilo di tossicità ricalca i classici effetti collaterali della terapia antiandrogenica quali ginecomastia (67% dei pazienti), senza incremento di tossicità cardiologica ed epatica. Rimane aperta la questione del dosaggio di bicalutamide che viene comunque di solito utilizzata a 50 mg/die.