In questo studio olandese, prospettico e multicentrico, sono stati arruolati 1181 pazienti affetti da tumori solidi candidati a terapia con fluoropirimidine, sia in monoterapia sia in combinazione con altra chemio o radioterapia. I pazienti eterozigoti ricevevano una riduzione di dose del 25% (varianti c.2846A>T e c.1236G>A) o del 50% (DPYD*2A e c.1679T>G). L’obiettivo era confrontare la tossicità correlata alle fluoropirimidine nei pazienti eterozigoti versus wild-type.
Come atteso, la tossicità severa (≥G3) correlata alle fluoropirimidine è risultata più frequente nei pazienti eterozigoti rispetto ai wild-type (39 vs 23%; p=0,0013). Tuttavia, rispetto al controllo storico, l’adeguamento di dose upfront ha portato a una netta riduzione degli eventi avversi, soprattutto per il genotipo DPYD*2A. Meno convincenti sono i dati sui portatori di c.1236G>A e c.2846A>T per i quali una più importante riduzione di dose (50 invece di 25%) potrebbe essere necessaria per ridurre ulteriormente la tossicità.