Bevacizumab incrementa la PFS in seconda linea nelle pazienti con carcinoma ovarico platinum-sensitive già trattate con bevacizumab in prima linea
L’utilizzo di bevacizumab è standard in prima linea per gli stadi IIIB-IV e in seconda linea per le pazienti platinum-sensitive che non lo hanno ricevuto in precedenza. Il trial MITO19b ha arruolato 406 pazienti con carcinoma ovarico stadio IIIB-IV, recidivate dopo almeno 6 mesi dall’ultimo ciclo a base di platino e bevacizumab, e le ha randomizzate a ricevere chemioterapia con CBDCA + taxolo/gemcitabina/doxorubicina liposomiale vs chemioterapia + bevacizumab. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
Questo studio ha dimostrato che riutilizzare l’antiangiogenetico in seconda linea incrementa in modo rilevante la PFS mediana (delta di 3 mesi) e mantiene elevato il tasso di objective response rate (ORR) (20% di vantaggio) rispetto alla sola doppietta chemioterapica. Il profilo di tossicità non ha evidenziato segnali nuovi in quanto i principali eventi avversi di grado 3–4 sono stati l’ipertensione (29 vs 10%) e la piastrinopenia (30 vs 22%).