Numero speciale di "Impact Factor News” n° 2 - Giugno 2021
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Bevacizumab incrementa la PFS in seconda linea nelle pazienti con carcinoma ovarico platinum-sensitive già trattate con bevacizumab in prima linea
L’utilizzo di bevacizumab è standard in prima linea per gli stadi IIIB-IV e in seconda linea per le pazienti platinum-sensitive che non lo hanno ricevuto in precedenza.
Il trial MITO19b ha arruolato 406 pazienti con carcinoma ovarico stadio IIIB-IV, recidivate dopo almeno 6 mesi dall’ultimo ciclo a base di platino e bevacizumab, e le ha randomizzate a ricevere chemioterapia con CBDCA + taxolo/gemcitabina/doxorubicina liposomiale vs chemioterapia + bevacizumab. Endpoint primario: progression-free survival (PFS). -
Radioterapia short-course seguita da chemioterapia di consolidamento: una nuova opzione per il carcinoma del retto localmente avanzato
Nel carcinoma del retto la chemio-radioterapia neoadiuvante seguita da chirurgia total mesorectal excision (TME) ha ridotto le recidive locali al 6% ma il tasso di metastasi a distanza è invariato da circa 30 anni. Al fine di incrementare il controllo sistemico di malattia e la sopravvivenza esistono evidenze crescenti a supporto della strategia total neoadjuvant. Nel trial RAPIDO 912 pazienti (cT4 o EMVI+ o CRM+ o N2) sono stati randomizzati a ricevere chemio-radioterapia standard seguita da TME vs radioterapia (RT) short-course (5 Gy x 5 sedute) seguita da 6 XELOX o 9 FOLFOX e TME. Endpoint primario: disease-related treatment failures (DRTF).
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Nivolumab + ipilimumab è la nuova prima linea del mesotelioma pleurico
Le opzioni chemioterapiche standard per il trattamento del mesotelioma pleurico consentono una sopravvivenza mediana di circa 12 mesi. Lo studio CheckMate 743 ha arruolato 605 pazienti con mesotelioma pleurico maligno e li ha randomizzati a ricevere platino + pemetrexed vs nivolumab + ipilimumab. Endpoint primario: overall survival (OS).
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Nivolumab + ipilimumab in combinazione con due cicli di chemioterapia riduce le progressioni precoci e aumenta l’OS nel NSCLC in prima linea
La mono-immunoterapia con pembrolizumab e atezolizumab è efficace nel non-small-cell lung cancer (NSCLC) con PD-L(programmed death-ligand)1 >50% (studio KEYNOTE 024, 042 e IMpower110) e la combinazione anti-programmed death (PD)-1 + anti-cytotoxic T-lymphocyte antigen (CTLA)-4 è efficace indipendentemente dal livello di espressione di PD-L1 (studio CheckMate 227) ma presenta un tasso di early progression superiore alla chemioterapia. Il trial CheckMate 9LA ha randomizzato 719 pazienti con NSCLC (adenocarcinoma e squamocellulare) a ricevere in prima linea la doppietta chemioterapia histology-driven vs la doppietta per due cicli + nivolumab + ipilimumab. Endpoint primario: overall survival (OS).
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Enfortumab-vedotin: un’importante opzione per il carcinoma uroteliale pretrattatto con platino e immunoterapia
Enfortumab-vedotin è un antibody drug conjugate costituito da un anticorpo monoclonale diretto su nectina-4 (enfortumab) e da auristatina-E (vedotin), un antineoplastico inibitore della formazione dei microtubuli mitotici. 608 pazienti con carcinoma uroteliale metastatico, pretrattati con platino e in progressione durante o dopo immunoterapia anti-programmed death (PD)-1, sono stati randomizzati a ricevere chemioterapia standard (taxolo//vinflunina/docetaxel) vs enfortumab-vedotin (1,25 mg/kg d1,8,15 q28). Endpoint primario: overall survival (OS).
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Cabozantinib + nivolumab: un’altra combinazione efficace in prima linea nel carcinoma a cellule chiare del rene
L’efficacia di cabozantinib e nivolumab single agent è nota nel carcinoma renale sia in prima sia in seconda linea. 651 pazienti con carcinoma a cellule chiare del rene naïve da trattamenti, good-intermediate-poor risk, sono stati randomizzati a ricevere la combinazione cabozantinib + nivolumab vs sunitinib. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Pembrolizumab come nuovo standard di prima linea per i pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico MSI-H/dMMR
L’instabilità dei microsatelliti (MSI-H), o deficit del mismatch repair (dMMR), si riscontra nel 4–5% dei pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico, ed è considerato un fattore predittivo positivo di efficacia di pembrolizumab nei tumori solidi già pretrattati. 307 pazienti affetti da carcinoma del colon-retto MSI-H/dMMR sono stati randomizzati a ricevere in prima linea pembrolizumab vs lo standard terapeutico (doppiette +/- anti-VEGF/anti-EGFR). Co-primary endpoints: progression-free survival (PFS) e overall survival (OS).
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Lorlatinib è superiore a crizotinib come prima linea nei pazienti con NSCLC ALK-traslocato
Lorlatinib è un inibitore di anaplastic lymphoma kinase (ALK) di terza generazione, già efficace nel non-small-cell lung cancer (NSCLC) ALK-traslocato pre-trattato. Lo studio di fase III CROWN ha randomizzato 296 pazienti con NSCLC ALK-traslocato a ricevere in prima linea lorlatinib vs crizotinib. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Lenvatinib + pembrolizumab: la combinazione più efficace come prima linea nel carcinoma del rene
Lenvatinib e pembrolizumab hanno già dimostrato attività nel carcinoma a cellule renali in monoterapia. Anche la combinazione di lenvatinib con pembrolizumab aveva dimostrato attività in trial di fase I/II nel setting metastatico pluritrattato. Lo studio di fase III CLEAR ha randomizzato 1069 pazienti con carcinoma a cellule renali (good-intermediate-poor risk) a ricevere come prima linea lenvatinib + pembrolizumab vs lenvatinib + everolimus vs sunitinib. Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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Nivolumab come terapia adiuvante nel carcinoma dell’esofago o della giunzione
Ad oggi non è stata dimostrata l’efficacia di alcuna terapia adiuvante nei pazienti affetti da carcinoma esofageo o della giunzione localmente avanzato sottoposti a chemio-radioterapia neoadiuvante e chirurgia. Lo studio di fase III CheckMate 577 ha randomizzato 794 pazienti con carcinoma esofageo o della giunzione (adenocarcinoma o squamoso) localmente avanzato, trattati con chemio-radioterapia neoadiuvante e resecati (R0) a ricevere in adiuvante nivolumab fino a un anno di terapia vs placebo. Endpoint primario: disease-free survival (DFS).
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Nivolumab vs docetaxel in seconda linea NSCLC: dati di sopravvivenza a 5 anni
Nei trials CheckMate 017 e CheckMate 057 nivolumab si è dimostrato superiore in termini di sopravvivenza rispetto a docetaxel come seconda linea nel trattamento dei pazienti con non-small-cell lung cancer (NSCLC) (squamoso e non-squamoso). In questo articolo vengono presentati i dati pooled dei trials CheckMate 017 e CheckMate 057, aggiornati a 5 anni: in totale 854 pazienti con NSCLC in progressione alla prima linea sono stati randomizzati a ricevere come seconda linea nivolumab (240 mg q14) vs docetaxel. Endpoint primario: overall survival (OS).
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Tre mesi di CAPOX come terapia adiuvante nel carcinoma del colon stadio II ad alto rischio
In considerazione della tossicità cumulativa dell’oxaliplatino nella terapia adiuvante del carcinoma del colon, ridurre la durata del trattamento (3 mesi vs lo standard di 6 mesi) senza inficiarne l’efficacia porterebbe notevoli benefici ai pazienti e al sistema sanitario. 3273 pazienti sono stati randomizzati a ricevere 3 mesi vs 6 mesi di chemioterapia secondo gli schemi CAPOX o FOLFOX. Il 62% dei pazienti ha ricevuto CAPOX mentre il restante 38% ha ricevuto FOLFOX. Endpoint primario: disease-free survival (DFS).
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Abemaciclib come terapia adiuvante in associazione all’ormono-terapia nel carcinoma della mammella ormonosensibile e HER2 negativo
Abemaciclib è un inibitore orale delle cicline CDK4/6, già approvato per la malattia avanzata ormono-positiva, HER2-negativa. Nel trial monarchE sono state randomizzate 5637 pazienti affette da carcinoma della mammella HR+ e HER2- ad alto rischio di recidiva, operate e trattate con chemioterapia adiuvante/neoadiuvante, a ricevere come terapia adiuvante abemaciclib (150 mg twice daily per 2 anni) + ormonoterapia (OT) vs OT standard. Erano considerati fattori di rischio per l’arruolamento: 4 o più linfonodi positivi, oppure 1–3 linfonodi positivi e diametro tumorale maggiore a 5 cm, oppure G3 oppure Ki-67 >20%. Endpoint primario: invasive disease-free survival (IDFS).
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Approccio watch-and-wait nel carcinoma del retto in risposta clinica completa: modello predittivo di recurrence-free survival
L’approccio watch-and-wait nei pazienti con carcinoma del retto in risposta clinica completa dopo trattamento neoadiuvante è una nuova strategia proponibile al paziente in casi iperselezionati, poiché il rischio di ricrescita locale a due anni varia dal 25 al 30%. L’International Watch-and-Wait Database (IWWD) ha analizzato retrospettivamente 793 pazienti in risposta clinica completa dopo la terapia neoadiuvante, elaborando un modello predittivo di calcolo di local regrowth-free survival e distant metastasis-free survival nei due anni successivi per i pazienti che avevano mantenuto la risposta completa, rispettivamente per 1, 3 e 5 anni.