I pazienti affetti da melanoma in fase avanzata possono beneficiare di trattamenti come l’anti-programmed cell death ligand 1 (PD-L1) pembrolizumab dopo la chirurgica a intento radicale. Non sono noti, tuttavia, gli effetti di questo immunoterapico nel setting neoadiuvante. Lo studio di fase II, open-label, SWOG S1801 ha randomizzato 313 pazienti con melanoma avanzato (stadio IIIB–IVC) a ricevere pembrolizumab prima e dopo la chirurgia rispetto al solo trattamento adiuvante. Endpoint primario dello studio: event-free survival (EFS).
Con un follow-up mediano di 14,7 mesi, il trattamento combinato neoadiuvante-chirurgia-adiuvante si è dimostrato più efficace nel prolungare la EFS rispetto al solo approccio chirurgia-adiuvante. Il vantaggio dell’anti-PD-L1 in neoadiuvante si è osservato in tutti i sottogruppi e l’incidenza di eventi avversi legati alla chirurgia non è risultata maggiore con l’utilizzo dell’immunoterapia neoadiuvante.