I dati sull’utilizzo di LHRH-analoghi per preservare la funzionalità ovarica durante chemioterapia adiuvante nel carcinoma mammario sono controversi soprattutto per la mancanza di dati sulla funzione ovarica a lungo termine. In questo studio italiano 281 donne in stato premenopausale, affette da carcinoma mammario (stadio I-III) sia ormono-positivo sia negativo, sono state randomizzate a ricevere chemioterapia (adiuvante o neoadiuvante) con o senza LHRHa. Endpoint primario: ripresa della funzionalità ovarica a 5 anni

Il follow-up è di 7,3 anni. Nelle pazienti in premenopausa l’associazione dell’LHRH-analogo durante la chemioterapia adiuvante o neoadiuvante si associa a una maggiore probabilità di recupero della funzionalità ovarica e, seppur in modo non statisticamente significativo, a una maggiore probabilità di gravidanze. Poiché nessuno di questi parametri è statisticamente significativo, dà da pensare il trend detrimentale in DFS, parimenti non significativo.