L’immunoterapia nell’epatocarcinoma (HCC) non aveva avuto ad oggi un impatto practice-changing con gli studi su nivolumab e pembrolizumab. Il trial IMbrave-150 ha randomizzato in prima linea 511 pazienti con HCC naïve da trattamento medico, resistenti a trattamenti locoregionali e funzionalità epatica Child A, a ricevere la combinazione di atezolizumab + bevacizumab verso sorafenib. Endpoints primari: overall survival (OS) e progression-free survival (PFS).
La combinazione atezolizumab e bevacizumab ha riportato un vantaggio in PFS mediana, un incremento assoluto di pazienti vivi a un anno del 13% e quasi il triplo delle risposte obiettive (ORR) rispetto a sorafenib. Quest'ultima è un'assoluta novità di rilievo clinico nel trattamento dell’HCC. Da segnalare che il trial includeva anche un 40% di pazienti con invasione vascolare, invasione portale e coinvolgimento epatico >50% del parenchima (popolazione simile allo SHARP). La principale tossicità di grado 3–4 imputabile alla combinazione di atezolizumab + bevacizumab è l’ipertensione (15% dei casi).