Il proto-oncogene RET codifica per una proteina transmembrana coinvolta nello sviluppo embrionale. Le fusioni di RET sono riscontrate nell'1–2% dei non-small-cell lung cancer (NSCLC) e sono associate a un elevato rischio di metastasi cerebrali. Selpercatinib è un potente competitore della chinasi RET. Il trial di fase I-II LIBRETTO-001 (coorte polmone) ha arruolato 144 pazienti con NSCLC (105 pretrattati con platino e 39 naïve) portatori di fusione di RET e li ha sottoposti a terapia con selpercatinib 40 mg/die. Endpoint primario: objective response rate (ORR).

Selpercatinib ha dimostrato un'attività clinicamente rilevante sia nei pazienti naïve (ORR 85%) sia nei pretrattati in cui, oltre a una ORR del 64%, risulta molto convincente la progression-free survival (PFS) di 16 mesi in un setting di trattamento difficile. Altro elemento di interesse è la risposta intracranica del 91%. Le principali tossicità di grado 3–4 sono l'ipertensione (14%), l'ipertransaminasemia (10%), l'iponatriemia (6%) e la linfopenia (6%).