Cabozantinib è un inibitore delle tirosin-chinasi VEGFR, MET e AXL. L’iperespressione di queste ultime due è associata a una prognosi peggiore e allo sviluppo della resistenza agli anti-VEGFR nel carcinoma renale.
Nello studio METEOR sono stati arruolati 658 pazienti affetti da carcinoma renale a cellule chiare avanzato o metastatico in progressione dopo almeno una linea di terapia con anti-VEGFR. Sono stati dunque randomizzati con rapporto 1:1 a ricevere cabozantinib (60 mg/die per os) o everolimus (10 mg/die). Endpoint primario PFS.
Dopo i dati incoraggianti della PFS pubblicati su NEJM nel 2015, i dati finali sull’OS confermano la superiorità di cabozantinib su everolimus in seconda linea. Da notare anche come la “forma” delle curve di sopravvivenza sia incoraggiante e risulti in un absolute increase di circa il 20% a quasi due anni.
I principali eventi avversi di grado 3-4 sono stati ipertensione (15% con cabozantinib vs 4% con everolimus), diarrea (13 vs 7%), fatigue (11 vs 7%), sindrome mano-piede (8 vs 1%) e anemia (6 vs 17%) ma non è stata riscontrata differenza fra i serious adverse events (SAE) (39% cabozantinib e 40% everolimus).