Numero speciale di "Impact Factor News” n° 5 - Novembre 2016
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Pembrolizumab è superiore a chemioterapia in prima linea nel NSCLC PD-L1 positivo
La superiorità di pembrolizumab rispetto a docetaxel in seconda linea nel NSCLC è nota. Questo trial ha randomizzato 305 pazienti con NSCLC PD-L1 positivo (≥50%) a ricevere in prima linea pembrolizumab (200 mg q 21) verso chemioterapia a base di platino. Endpoint primario PFS.
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Ipilimumab in adiuvante nel melanoma III stadio migliora RFS e OS
Ipilimumab si lega al recettore inibitore CTLA-4 riattivando la risposta immune contro le cellule neoplastiche. Questo trial ha randomizzato 951 pazienti, con melanoma in stadio III resecato, a ricevere ipilimumab (10 mg/kg q 21 per 3 dosi, poi q 3 mesi per 3 anni) vs placebo. Endpoint primario RFS.
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Ribociclib in associazione a letrozolo è efficace nel carcinoma mammario metastatico in prima linea
Ribociclib è una molecola in grado di inibire l’attività delle cilcine CDK4 e CDK6 bloccando il ciclo cellulare neoplastico e revertendo la resistenza all’ormonoterapia.
Nel trial sono state randomizzate 668 pazienti, affette da carcinoma mammario metastatico o localmente avanzato non resecabile ER+, PGR+, HER2-, naive da trattamento, a ricevere ribociclib (600 mg/die per os, 3 wks ON e 1 wk OFF) e letrozolo (2,5 mg/die) verso placebo e letrozolo. Endpoint primario PFS. -
Niraparib migliora la PFS nel carcinoma ovarico platino-sensibile
Niraparib è un inibitore selettivo di PARP1/2. L’utilizzo di PARP inibitori nel carcinoma ovarico aveva già dato risultati incoraggianti con l’olaparib. Il trial NOVA ha arruolato 553 pazienti affette da carcinoma ovarico recidivato e platino-sensibile dopo almeno due linee di terapia a base di platino e suddivise in due coorti in base alla presenza o assenza della mutazione germinale di BRCA. All’interno di ciascuna coorte le pazienti venivano randomizzate a ricevere niraparib (300 mg/die) come terapia di mantenimento o placebo. Endpoint primario PFS.
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Nivolumab impatta sulla sopravvivenza nel carcinoma squamoso di testa e collo refrattario al platino
Il meccanismo di azione anti-PD1 di nivolumab e la sua efficacia nel melanoma e nel NSCLC sono ben noti. Questo trial di fase III ha randomizzato 361 pazienti con carcinoma squamoso del distretto cervico-facciale, recidivato entro i 6 mesi dal termine della terapia a base di platino, a ricevere nivolumab (3 mg/kg q 14) verso chemioterapia (methotrexate, docetaxel, cetuximab). Endpoint primario OS.
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Sunitinib come terapia adiuvante per il carcinoma del rene ad alto rischio
Fino ad oggi nessuna terapia adiuvante si era dimostrata efficace in questa patologia. Nel trial S-TRAC sono stati randomizzati 615 pazienti con carcinoma del rene a cellule chiare (≥T3 o N1-2) operato a ricevere un anno di terapia con sunitinib (50 mg/die 4 wks ON 2 wks OFF) o placebo. Endpoint primario DFS.
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Cabozantinib conferma la sua efficacia anche in OS in seconda linea RCC
Cabozantinib è un inibitore delle tirosin-chinasi VEGFR, MET e AXL. L’iperespressione di queste ultime due è associata a una prognosi peggiore e allo sviluppo della resistenza agli anti-VEGFR nel carcinoma renale.
Nello studio METEOR sono stati arruolati 658 pazienti affetti da carcinoma renale a cellule chiare avanzato o metastatico in progressione dopo almeno una linea di terapia con anti-VEGFR. Sono stati dunque randomizzati con rapporto 1:1 a ricevere cabozantinib (60 mg/die per os) o everolimus (10 mg/die). Endpoint primario PFS. -
La combinazione di vemurafenib e cobimetinib come prima linea di terapia nel melanoma BRAF mutato
L’associazione di vemurafenib (BRAF-i) e cobimetinib (MEK-i) incrementa la PFS nel melanoma metastatico BRAF V600E in prima linea.
Il coBRIM ha randomizzato 495 pazienti a ricevere l’associazione di vemurafenib (960 mg BID) e cobimetinib (60 mg/die 1-21 q28) oppure il solo vemurafenib. Riportiamo di seguito i dati di OS. -
Bevacizumab in associazione a letrozolo migliora la PFS del carcinoma mammario metastatico
In questo trial di fase III 350 pazienti in post-menopausa affette da carcinoma mammario metastatico, ormono-sensibile, sono state randomizzate a ricevere letrozolo (2,5 mg/die) ± bevacizumab (15 mg/kg ev q21). Endpoint primario PFS.
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Enzalutamide è superiore a bicalutamide nel CRPC metastatico e non metastatico
L’attività di enzalutamide nel CRPC metastatico è nota sia prima sia dopo l’utilizzo di docetaxel.
Il trial di fase II STRIVE ha randomizzato 396 pazienti con CRPC, metastatici e non metastatici, a ricevere enzalutamide (160 mg/die) verso bicalutamide (50 mg/die). Endpoint primario PFS. -
“Hint of activity” di regorafenib nel carcinoma gastrico avanzato
Regorafenib è un inibitore multi-tirosino chinasico di VEGFR, Kit e PDGFR, la cui attività è già nota nel carcinoma del colon e nei GIST. Il trial INTEGRATE ha randomizzato 152 pazienti con carcinoma gastrico metastatico pluritrattato a ricevere regorafenib (160 mg/die d1-21 q 28) verso placebo. Endpoint primario OS.
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Letrozolo in adiuvante nel carcinoma mammario fino a 10 anni totali incrementa la DFS
Il precedente trial MA.17 ha dimostrato che proseguire l’ormonoterapia adiuvante con letrozolo per 5 anni, dopo i 5 anni di tamoxifene, impatta positivamente su DFS e OS (nelle pazienti N+). Questo trial ha randomizzato 1918 pazienti con carcinoma mammario operato ER+/PgR+, che avevano già ricevuto da 4,5 a 6 anni di ormonoterapia adiuvante con inibitore aromatasico, a proseguire letrozolo per altri 5 anni verso placebo. Endpoint primario DFS.
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La radioterapia profilattica del sito di biopsia non riduce in modo significativo le recidive locali da mesotelioma
L’utilizzo della radioterapia del tramite trans-toracico percorso dallo strumento bioptico è sempre stato un argomento di dibattito nel mesotelioma pleurico.
Questo trial inglese di fase III ha randomizzato 203 pazienti, sottoposti a biopsia trans-toracica per mesotelioma pleurico, a ricevere radioterapia profilattica immediata (21 Gy in 3 frazioni entro 42 giorni dalla biopsia) verso radioterapia ritardata (al momento della recidiva locale). Endpoint primario: incidenza di recidiva entro 7 cm dalla sede di biopsia nei primi 12 mesi. -
Cabozantinib non aumenta la sopravvivenza nel mCRPC ma…
Cabozantinib è un inibitore di MET e delle tirosino chinasi di VEGFR. Il trial COMET ha randomizzato 1028 pazienti con mCRPC, già sottoposti a docetaxel, abiraterone ed enzalutamide, a ricevere cabozantinib (60 mg/die) verso prednisone (10 mg/die). Endpoint primario OS.