Numero speciale di "Impact Factor News” n° 5 - Novembre 2022
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Immunoterapia neoadiuvante nel carcinoma del retto con deficit del mismatch repair o elevata instabilità dei microsatelliti: un nuovo standard per il futuro
Dostarlimab, anti-programmed death 1 (PD-1), è un farmaco approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) con indicazione agnostica per i tumori solidi con deficit del mismatch repair (dMMR). In questo studio di fase II sono stati arruolati pazienti con carcinoma del retto in stadio localmente avanzato (T3-T4 e/o N+) con dMMR e trattati con dostarlimab neoadiuvante (500 mg ev q21) per nove cicli. In caso di risposta clinica completa i pazienti venivano avviati a non operative management (NOM); in caso di persistenza di malattia avrebbero effettuato chemioradioterapia neoadiuvante e chirurgia. Endpoints primari: clinical complete response e overall response (OR).
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Il ctDNA guida il trattamento adiuvante del carcinoma del colon in stadio II
Lo studio DYNAMIC è il primo studio randomizzato basato sul circulating tumor (ct)DNA che ha confrontato, in un disegno di non inferiorità, la chemioterapia adiuvante guidata dal ctDNA (i pazienti positivi al ctDNA hanno ricevuto la chemioterapia e quelli negativi al ctDNA il follow-up) rispetto alla chemioterapia adiuvante guidata dai fattori classici clinico-patologici per i pazienti con tumore del colon in stadio II. Sono stati randomizzati 455 pazienti con un follow-up mediano di 37 mesi. Endpoint primario: recurrence-free survival (RFS) a due anni.
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Tremelimumab e durvalumab: una nuova prima linea per i pazienti con epatocarcinoma avanzato
Sorafenib, lenvatinib e la combinazione di atezolizumab + bevacizumab sono le prime linee ad oggi approvate. In questo trial di fase III, HIMALAYA, sono stati randomizzati 1171 pazienti con epatocarcinoma (HCC) avanzato a ricevere come prima linea lo schema STRIDE (tremelimumab 300 mg una dose + durvalumab 1500 mg q28) oppure durvalumab in monoterapia vs sorafenib. Endpoint primario: overall survival (OS).
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Nivolumab in associazione a chemioterapia è efficace come terapia neoadiuvante per i pazienti con NSCLC resecabile
Nonostante i recenti avanzamenti nel setting adiuvante (osimertinib nei pazienti mutati per il gene EGFR; atezolizumab dopo chirurgia nei pazienti strong positive PD-L1; durvalumab dopo chemio-radioterapia), la chemioterapia standard neoadiuvante o adiuvante conferisce un beneficio modesto rispetto alla sola chirurgia. In questo trial di fase III CheckMate 816, sono stati randomizzati 358 pazienti con non small cell lung cancer (NSCLC) in stadio IB-IIIA a ricevere come terapia neoadiuvante nivolumab (360 mg) + chemioterapia a base di platino per tre cicli verso la sola chemioterapia. Endpoints primari: event-free survival (EFS) e tasso di risposte patologiche complete.
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Pembrolizumab adiuvante: nuovo standard nei pazienti con melanoma resecato in stadio IIB e IIC
Pembrolizumab ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale (OS) tra i pazienti con melanoma avanzato e la sopravvivenza libera da recidiva (RFS) in adiuvante stadio III. In questo trial di fase III KEYNOTE-716, sono stati randomizzati 976 pazienti con melanoma resecato stadio IIB-IIC (stadio TNM T3b o T4a/b N0) a ricevere come terapia adiuvante pembrolizumab (200 mg q21 fino a 17 cicli) oppure placebo. Endpoint primario: investigator assessed RFS.
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Sacituzumab govitecan è efficace nelle pazienti con carcinoma della mammella avanzato, HR+/HER2- e ormono-resistenti
Sacituzumab govitecan è un antibody-drug conjugate (ADC) diretto contro l’antigene di superficie trofoblastico (Trop-2), coniugato con il metabolita attivo dell'irinotecan (SN-38). È già approvato per il trattamento delle pazienti con carcinoma della mammella triplo negativo pretrattate. In questo trial di fase III TROPiCS-02, sono state randomizzate 543 pazienti con carcinoma della mammella metastatico HR+/HER2-, ormono-resistenti, pretrattate, a ricevere sacituzumab govitecan (10 mg/kg ev g 1,8 q21) oppure chemioterapia a scelta dello sperimentatore (eribulina, vinorelbina, capecitabina o gemcitabina). Endpoint primario: progression-free survival (PFS).
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La rivoluzione di trastuzumab deruxtecan nelle pazienti con carcinoma della mammella avanzato HER2-low
Circa il 60% delle pazienti definite fino ad oggi HER2 negative, esprimono bassi livelli di HER2 (HER2 low) definiti come un punteggio di 1+ all’immunoistochimica (IHC) e come un punteggio IHC di 2+ e risultati negativi all'ibridazione in situ (ISH). I farmaci anti-HER2 ad oggi disponibili non hanno mostrato efficacia in questa popolazione di pazienti. Trastuzumab deruxtecan è un antibody-drug conjugate (ADC) che contiene un anticorpo monoclonale umanizzato anti-HER2 legato in modo covalente a DXd, un derivato di exatecan e un inibitore della topoisomerasi I. In questo trial di fase III, DESTINY-Breast04, sono state randomizzate 557 pazienti con carcinoma della mammella metastatico HER2 low a ricevere come seconda o terza linea di terapia trastuzumab deruxtecan (5,4 mg/kg q21) oppure chemioterapia a scelta dello sperimentatore. Endpoint primario: progression-free survival (PFS) nella coorte HR+.
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Nel carcinoma del colon con instabilità dei microsatelliti pembrolizumab migliora PFS, ORR, riduce la tossicità e impatta anche sulla OS
I risultati in progression-free survival (PFS) dello studio KeyNote-177 hanno cambiato in modo radicale l’algoritmo di trattamento dei pazienti microsatellite instability (MSI)/mismatch repair deficient (dMMR): in prima linea la scelta è obbligatoriamente pembrolizumab per il raddoppio della PFS e la minore tossicità rispetto alla chemioterapia. L’aggiornamento dei dati a 44 mesi di follow-up riporta i risultati di overall survival (OS) (co-primary endpoint).
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Cemiplimab neoadiuvante: nuovo standard per il carcinoma squamoso della cute resecabile
Cemiplimab è un noto farmaco anti-programmed death 1 (PD-1) già efficace nel trattamento di tumori polmonari e della cervice uterina. In questo trial di fase II, 79 pazienti affetti da carcinoma squamoso della cute resecabile, dallo stadio II (>3 cm di diametro) allo stadio IV M0, sono stati trattati con cemiplimab (350 m2 q21 per 4 cicli) e successiva chirurgia. Endpoint primario: pathological complete response, pCR (central independent assessment).
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Pembrolizumab + chemioterapia incrementa la OS del carcinoma mammario triplo negativo con PD-L1 CPS ≥10%
L’interim analysis dello studio KeyNote-355 aveva già dimostrato il vantaggio di 3,1 mesi in progression-free survival (PFS) mediana con l’aggiunta di pembrolizumab alla chemioterapia in 566 pazienti con carcinoma mammario triplo negativo in prima linea. Riportiamo qui il dato di overall survival (OS) a 44,1 mesi di follow-up mediano. Endpoints primari: PFS e OS.
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Pembrolizumab adiuvante nel NSCLC in stadio IB-IIIA incrementa la DFS
Lo studio di fase III randomizzato PEARLS/KEYNOTE-091 ha arruolato 1177 pazienti con adenocarcinoma polmonare radicalmente resecato in stadio IB-IIIA, randomizzandoli a ricevere (indipendentemente dall’aver ricevuto chemioterapia adiuvante ove indicata) pembrolizumab (200 mg q21 per 1 anno) vs placebo. Circa l’85% dei pazienti aveva ricevuto chemioterapia adiuvante. Endpoints primari: disease-free survival (DFS) nell’intention to treat (ITT) e DFS nella popolazione programmed cell death ligand 1 (PD-L1) tumour proportion score (TPS) ≥50%.
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La valutazione del linfonodo sentinella dopo tre cicli di nivolumab e ipilimumab neoadiuvante nel melanoma in stadio IIIB-IIID consente di modulare il trattamento chirurgico e adiuvante
Lo studio OpACIN aveva già dimostrato elevata attività di nivolumab e ipilimumab nel melanoma in stadio III clinico. Lo studio PRADO ha arruolato 99 pazienti con melanoma in stadio clinico IIIB-IIID e nel setting neoadiuvante li ha trattati con tre cicli di ipilimumab + nivolumab e successiva modulazione della strategia in base alla risposta patologica sul linfonodo sentinella:
- se major pathologic response (MPR) e <10% viable tumor cells, solo follow-up;
- se pathologic partial response (pPR) e 10–50% viable tumor cells, dissezione linfonodale;
- se pathologic nonresponse (pNR) e >50% viable tumor cells, dissezione linfonodale e adiuvante con immunoterapia o target se BRAF mutati.
Endpoints primari: pathologic response rate (pRR) a sei settimane, relapse-free survival (RFS) a due anni nelle pRR.
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Selpercatinib è attivo nel NSCLC con fusione di RET: risultati della coorte espansa del trial LIBRETTO-001
Selpercatinib è un inibitore di RET first in class che ha già dimostrato attività nei 144 pazienti affetti da non small cell lung cancer (NSCLC) con fusione di RET. La coorte espansa dello studio di fase I/II LIBRETTO-001 ha valutato l’attività di selpercatinib su 316 pazienti affetti da NSCLC di cui 69 naïve e 247 già trattati con platino. Endpoint primario: overall response rate (ORR).
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Adagrasib: un altro inibitore di KRASG12C attivo nel NSCLC
La mutazione KRASG12C si è già dimostrata un importante driver molecolare per l’attività di inibitori tirosino-chinasici specifici come sotorasib. Nello studio di fase I-II KRYSTAL-1 116 pazienti affetti da non small cell lung cancer (NSCLC) KRASG12C mutato, pretrattati con una linea platinum-based, sono stati trattati con adagrasib (600 mg bid). Endpoint primario: overall response rate (ORR).